domenica 28 maggio 2017

Progettare Insieme : il mio diario di bordo

Ciao!
Questo blog nasce come diario di bordo di un'esperienza svolta durante l'anno scolastico 2016-2017 insieme ad un gruppo di colleghi con i quali abbiamo seguito il corso "PROGETTARE INSIEME 2016".
La nostra docente , Claudia De Crescenzo , è stata per noi una vera e propria maestra di sogni ... con lei e con tutti i miei colleghi di corso abbiamo trascorso delle ore , a scuola e on-line da casa, impegnandoci a lavorare e a ... sognare una scuola migliore!!!

lunedì 1 maggio 2017

Ecco il mio Learning Design,
arricchito da diverse rubriche valutative a seconda del tipo di verifica , di gruppo o meno, di sola traduzione dei dati e delle relazioni di un problema  o di risoluzione dello stesso.
L'ultima rubrica allegata è quella completa prevista per la verifica finale.


Per accedervi, cliccate sul link sopra evidenziato.

Sulla valutazione

Ti senti libero di valutare gli studenti nel modo che ti sembri più adeguato di volta in volta? Oppure sei in qualche modo vincolato da scadenze e tipologie di prova fissate per tutti i docenti nella stessa maniera? Quali tipi di verifiche maggiormente sono adottate a scuola? Si svolgono mai in collaborazione tra i docenti? Prevedono un feedback anche da parte dei genitori o comunque di soggetti esterni alla classe o alla scuola?


Tutti noi abbiamo annnotato sul Padlet le nostre osservazioni e difficoltà inerenti la valutazione degli studenti. 
Ecco cosa ne penso io. 
"Con un pizzico di nostalgia per il termine di  queste ore trascorse al liceo a discutere di una scuola migliore, siamo giunti alla parte conclusiva del corso PROGETTARE INSIEME che coincide , peraltro , con la parte finale del corrente a.s..
L’ultimo argomento da trattare  è quello della VALUTAZIONE, quell’operazione così delicata , così difficile e così ricca di implicazioni che ci porterà in conclusione ad “incasellare” ogni alunno in una griglia (o meglio… in una rubrica?) da cui deve uscire fuori un numero: il voto….e , tra un po’, non un voto qualsiasi ..ma quello finale!
Questa è da sempre ,per me , un’attività che richiede molto impegno ….ma soprattutto da quando , con il nuovo ordinamento, sono state ridotte le ore di insegnamento di matematica, con il conseguente aumento del numero delle mie classi …quest’anno 5, ma 6 sono state per diversi anni consecutivi….arrivo pertanto ogni anno ad avere sino a 150 -160 alunni …in classi in cui talvolta ho solo due ore settimanali!Al di là delle difficoltà pratiche legate alla mia disciplina (che prevede la spiegazione ma anche l’applicazione e la relativa esercitazione in un numero esiguo di ore) a volte non mi sento “ a posto” con la mia coscienza di insegnante  perché sento di non conoscere bene tutti i miei alunni….le loro necessità, le loro esigenze, le loro difficoltà …..mentre mi sento più presente e più partecipe degli alunni con cui trascorro almeno 5 ore a settimana.
Sono cosciente che questo è un limite , ma non sempre riesco a superarlo. In questo,  a volte,  mi è venuta incontro la realizzazione delle UDA, che ha consentito a me ed ai miei alunni di affrontare tematiche di carattere non strettamente matematico; quest’anno inoltre  ho portato in laboratorio dei ragazzi di una seconda in cui trascorro poche ore, e ciò mi ha dato modo di “guardarli” da un punto di vista diverso e di approfondire pertanto la loro conoscenza.
Al di là di questa mia osservazione personale, devo ammettere che non sempre mi sento libera di valutare gli alunni nel modo che riterrei più adeguato e senz’altro sono vincolata da scadenze (soprattutto in questo periodo ) . Le prove che preparo non sono vincolate da tipologia fissate per tutti i docenti , né prevedono il feedback di genitori, soggetti estranei alla scuola  o di altri docenti, con qualcuno dei quali però a volte mi confronto in ogni caso. Tuttavia quest’anno ho fatto una nuova esperienza in quanto , nel dipartimento svoltosi a marzo, ci è stata richiesta una prova per classi  parallele . Devo ammettere che la richiesta di tale attività ( che è ormai prevista per legge tanto che in alcune scuole sono predisposte delle commissioni ad hoc) ha generato un certo disorientamento e non poche perplessità ; sarebbe stato senz’altro opportuno concordarle ad inizio anno scolastico, anche se tutti noi, pur avendo per la prima volta ,a settembre , stabilito una scansione temporale delle programmazioni , ci siamo trovati con i programmi disallineati. Tuttavia con un po’ di buona volontà e di riorganizzazione delle attività siamo riusciti a predisporre delle prove parallele almeno per alcune classi (io mi sono occupata di preparare quelle delle seconde ad indirizzo scientifico) e a somministrarle agli alunni. I risultati delle prove sono, per alcune classi in fase di analisi, per altre ancora da verificare. Per me è stato molto utile stabilire con gli altri colleghi delle griglie di valutazione valide per tutte le classi parallele alle mie ed anche confrontarci su tutte le tipologie di errori , comuni e non, che i diversi alunni delle varie classi avevano commesso. Ritengo pertanto che nonostante  spesso si affermi che ogni classe è a se, sarebbe utile ai fini della valutazione ( e non solo!) concordare , somministrare ed analizzare i risultati di prove per classi parallele, di modo da valutare ogni alunno non solo come appartenente al suo contesto isolato (la sua classe) ma vedendolo come alunno del Liceo."

sabato 8 aprile 2017

Il calcolo delle responsabilità

Siamo stati invitati a contribuire con un nostro parere riguardo all'atteggiamento più costruttivo per un insegnante che si trovi a doversi relazionare con uno o più alunni demotivati e dotati di scarsa autostima.


Insegnando Matematica mi trovo quotidianamente dinnanzi a
situazioni di alunni demotivati, scoraggiati e dotati di scarsa autostima…d’altronde
la Matematica è da sempre una materia che crea problemi e che , in taluni casi,
addirittura spaventa.

Per me è molto impegnativo ed ogni volta è una sfida cercare
di trovare la strategia più giusta per contrastare l’atteggiamento “rinunciatario”
di molti alunni. Credo sia molto importante il dialogo continuo, la fiducia reciproca,
la relazione uno ad uno…cosa che purtroppo spesso è difficile da realizzare
nelle classi numerose e nelle quali ho poche ore settimanali. Fondamentali sono
le parole di incoraggiamento, la gratificazione per i piccoli (anche
piccolissimi!) successi, ma anche attività quali far sedere l’alunno a svolgere
un esercizio vicino a me, fornirgli un assegno personalizzato, controllare i
singoli quaderni….(tipo maestra elementare). Si tratta di attività non sempre
facili da realizzare, o meglio da realizzare sino in fondo…. E tutto ciò
mantenendo impegnata in un’altra attività proficua (che non sia il solito
esercizio) la rimanente parte della classe, senza consentire che venga “sprecato”
il nostro tempo così esiguo , scandito dai programmi che, per quanto se ne
possa dire, tutti noi ci affanniamo a seguire.
Tuttavia in questo spazio dove ci confrontiamo, ritengo
onesto intellettualmente , da parte mia , precisare che, per come si configura
la mia disciplina (dico sempre che è un palazzo che si costruisce mattone dopo
mattone e che, se le basi non sono solide ,rischia di crollare) queste ed altre
strategie hanno senso e sono efficaci sino ad un certo punto o comunque non in
tutte le situazioni. Negli ultimi anni, infatti,  soprattutto, ma non solo, negli indirizzi
diversi dallo scientifico,  mi scontro sempre
di più con realtà in cui gli alunni sono proprio a ZERO!!! Anzi …sotto ZERO!!!Si
tratta molto spesso di alunni che, pur frequentando le scuole superiori, hanno
delle lacune che risalgono alle scuole elementari  o in taluni casi , agli anni scolastici
precedenti in cui magari  pur avendo un’insufficienza
grave  in matematica, hanno riportato
debiti in altre materie , non colmando in pratica mai tali lacune.

Devo pertanto riconoscere che in alcuni di questi casi “gravi”,
senza un supporto quotidiano ed esterno, con tutta la buona volontà (la mia e
quella degli alunni) non si riesce a raggiungere un livello di preparazione
accettabile. Ciò è senz’altro un insuccesso…anche se per fortuna mi  è capitato spesso che alcuni di questi alunni,
dopo un lavoro molto intenso e talvolta solo l’anno scolastico successivo,  si siano rimessi in carreggiata, raggiungendo
autonomamente risultati più che sufficienti.

sabato 18 marzo 2017

Le driving questions





Per prepararci alla realizzazione del nostro PBL ci è stato insegnato il significato dell'espressione "driving questions" e , sempre su Dotstorm, abbiamo trasformato 2 domande di modo da renderle non googleable

1) Cosa significa mangiare sano?
"Distribuisci uniformemente ogni giorno frutta e verdura in almeno due dei tuoi tre pasti principali?"


1) La questione della lingua nel Medioevo
"Cosa s'intende per disputa in ambito letterario italiano dell'epoca storica intermedia tra l'antica e la moderna?"

Riflessioni a caldo sul PBL


Condividi quanto affermato dal prof. Zecchi nel video? Quali sono le tue perplessità riguardo al PBL? Credi che sarà possibile introdurre il PBL come pratica di insegnamento regolare nella tua scuola?
Ancora: Nei progetti che svolgiamo in classe davvero valorizziamo la collaborazione o piuttosto valutiamo in termini di conoscenze acquisite, dal momento che i nostri curricula pretendono verifiche rigide e sommative?
Clicca su "Add an idea" in alto a destra, poi aggiungi la tua riflessione. Dopo il tuo intervento, potrai votare i tre interventi con i quali sarai maggiormente d'accordo.


Tutti noi abbiamo espresso la nostra opinione utilizzando Dotstorming ..una sorta di lavagna virtuale in cui riportare le nostre idee. Ecco il mio intervento .





Il video del formatore prof. Zecchi è davvero interessante…in tutte le sue parti, anche quelle inerenti gli aspetti più generali quali ad esempio  la storia e l’uso delle tecnologie della scuola e la descrizione accurata dell’ambiente di apprendimento.
Senz’altro mi ha rincuorato  l’invito del professore a non “scoraggiarci”: come facciamo domani in classe ad implementare questa didattica innovativa che vede una scuola centrata sull’alunno?Quindi il suo invito è quello di procedere per gradi per modificare il sistema….che senz’altro è da migliorare.
L’innovazione proposta è quella del PBL … il cui aspetto che mi piace di più è la modalità in cui viene proposto ai ragazzi: non viene prima la “spiegazione” da parte del docente e poi il problema, visto come verifica, ma viceversa viene proposto un problema che stimoli l’alunno a “costruire” la conoscenza dei contenuti.
Concordo inoltre con il prof. Zecchi sul fatto che la motivazione degli insuccessi di molti progetti è che essi hanno come unico obiettivo il prodotto o servizio da offrire. Per contro il PBL non ha come esclusivo obiettivo il prodotto finale (che pur gratifica i ragazzi) ma lo sviluppo dell’apprendimento degli alunni in termini di conoscenze e competenze, intese anche come competenza di vita.
Credo che sarà possibile introdurre il PBL nella mia scuola, se non immediatamente , come pratica di insegnamento regolare , almeno come pratica da cominciare a sperimentare…seppur con le difficoltà “tecniche” legate alla realizzazione di un ambiente di apprendimento così come descritto nel video.
Sono molto curiosa all’idea di vedere cosa e come riusciremo a realizzare il nostro PBL come gruppo del corso “PROGETTARE INSIEME”.
Sandra

mercoledì 15 marzo 2017

Forma Mentis



Indubbiamente, considerate anche  la mia formazione e la mie esperienze , l’ intelligenza prevalente da me posseduta è quella logico – matematica .
Spesso mi hanno detto che ero razionale , con uno spiccato senso del dovere (inteso nella sua forma più generale) e spesso mi sono sentita dire “si vede che sei una professoressa di Matematica!!". Tuttavia non sempre mi sono riconosciuta in questo stereotipo di razionalità…o almeno non al 100% ….credo infatti che , se di intelligenze multiple si parla, sia fortemente presente in me anche quella intrapersonale e,  seppur in misura minore, quella interpersonale.
Ritengo infatti di essere dotata di una buona capacità di autoanalisi e di uno spiccato spirito di autocritica.....chissà....rientrerà anche tutto ciò nella razionalità di cui sopra?

Le intelligenze che invece sono presenti in misura minore sono senz'altro quella naturalistica, quella ritmico – musicale (anche se ho suonato il pianoforte per alcuni anni ….ma credo appunto che anche la musica la sentivo come un dovere più che un piacere!!) e quella corporeo-cinestetica.

domenica 5 marzo 2017

Con chi potrei lavorare?



Con quali soggetti esterni alla classe potresti svolgere il PBL che stai progettando? Come potresti avvicinarli? A chi potresti rivolgerti per ricevere dei contatti esterni alla scuola?


"Sono tante le Istituzioni con cui mi piacerebbe lavorare ma…

Alla luce di alcuni episodi di cronaca avvenuti di recente, mi piacerebbe che la scuola collaborasse con un progetto con la Polizia Postale.
La mia scelta è dovuta al fatto che i nostri alunni, i famosi “nativi digitali” ,  che tanto sono abili (più di noi!!) nell’uso di cellulari, smartphone, tablet e che tanto utilizzano i vari social network, non sono consapevoli dei rischi e della pericolosità dell’uso inappropriato di tali strumenti.
I ragazzi di oggi (anche quelli più grandi dei nostri alunni)  sottovalutano le implicazioni dell’uso scorretto di questi strumenti  e la loro capacità di amplificazione in rete ; sopravvalutano , invece, la propria capacità di gestirne e “contenerne” gli effetti e le conseguenze.
In quest’ottica un progetto di collaborazione con la Polizia Postale potrebbe fornire gli strumenti e le conoscenze necessarie per evitare fenomeni ad esempio di bullismo elettronico, sovraesposizione mediatica, violazione della privacy ,etc etc."








Cosa significa collaborare?






Ho scelto quest'immagine perché credo che renda molto bene l'idea a proposito di ciò che penso della collaborazione: credo che collaborando "bene" si possano raggiungere degli obiettivi che spesso sarebbe impossibile o quasi raggiungere da soli . Sandra

La scuola nell'era digitale

Che pensi a proposito della didattica digitale? Che rapporto hai tu con gli strumenti digitali? Pensi che avvicinino e favoriscano la collaborazione o che allentino i rapporti? Come pensi che dovrebbero essere usati gli strumenti digitali a scuola? Potrebbero essere di aiuto agli insegnanti nella fase della progettazione degli interventi? Potrebbero essere di supporto nell'insegnamento?


Ci siamo confrontati su questo tema utilizzando tricider , una sorta di lavagna virtulae in cui potevamo visualizzare le opinioni dei nostri colleghi e , di lato, scrivere cosa ne pensavamo a proposito, se eravano d'accordo o meno. 
Ecco il mio intevento su questo tema.

 


La didattica digitale: supporta ma non sostituisce
by Sandra
Ho un rapporto abbastanza sereno con gli strumenti digitali e sono una sostenitrice dei vantaggi dell’introduzione del registro elettronico (fatta eccezione dei famosi problemi tecnici!) e delle relative agevolazioni nella costruzione di programmazioni ed altro materiale riutilizzabile (verbali, attività assegnate, giudizi…) ma , pur essendo un professore relativamente “giovane” sono un po’ perplessa sull’utilizzo della didattica digitale a scuola, o meglio sono perplessa sulle sue modalità di utilizzo. Ritengo anche io che la scuola si debba adeguare all’utilizzo di nuove tecnologie, così come le altre istituzioni, e che il linguaggio digitale abbia una maggiore presa sugli alunni, essendo senz’altro più affine a tutto ciò che essi vivono al di fuori della scuola….Tuttavia ritengo che non basti un pc o una lim in classe per fare didattica digitale e che, mal utilizzati , questi strumenti possano creare un clima freddo e di ulteriore distacco tra gli alunni e il docente!! Conosco , indirettamente grazie a qualche amica o vicina di casa, professori di matematica che ormai non spiegano proprio più……che forniscono agli alunni link di video di spiegazioni e relative esercitazioni!!! - “Ora si che mi è tutto chiaro….mannaggia alla professoressa…lei e quell’inutile power point non mi hanno fatto capire nulla”!!! - Mi ha detto recentemente la figlia di una mia amica che si è rivolta a me perché non capiva un argomento e come si risolvessero i relativi esercizi!E questa frase, detta da una alunna di 17 anni, che non è scarsa in matematica, mi ha colpito…..E’ vero che non si può fare di tutt’erba un fascio ed è pure vero che la spiegazione fatta individualmente ad un alunno ha sicuramente una valenza maggiore. E’ pur vero che si potrebbero preparare dei materiali multimediali sulla falsa riga della propria modalità di esposizione degli argomenti (da mettere poi a disposizione degli alunni)…ma io credo che tutto ciò vada mediato con la presenza, la parola, lo sguardo e l’interpretazione delle espressioni degli alunni ….che sono fattori fondamentali che costituiscono la base rispetto alla quale la didattica digitale può fare senz’altro da sfondo e costituire un supporto. 
 Ecco i commenti al mio intervento..
Il tuo intervento, in sintonia col mio ma anche con quello di molti colleghi, è chiarissimo e da brava docente di matematica hai anche fornito un esempio concreto. 
by Giuliana
Ma perchè pensare alla didattica digitale come sostitutiva e non come integrativa rispetto alla didattica tradizionale? 
Mi fa piacere che a supportare tali argomenti sia una persona più giovane di me. Mai come in questo caso, l'età non conta. Conta la realtà delle cose. Del digitale non si può più fare a meno, ma i ragazzi non amano una didattica che per intero esuli dalla lezione tradizionale. Soprattutto, per le materie umanistiche, il "racconto" dell'esperienza letteraria li affascina e ne sconservano il ricordo proprio attraverso la memoria della voce del docente. 
by Bianca Trupiano
 
In effetti la nuova didattica non dovrebbe assolutamente rinunciare ad alcuni momenti di quella tradizionale che hanno una loro specifica insostituibilità. Anche negli USA dove la classe capovolta è stata introdotta da decenni in modo massiccio stanno ora facendo un passo indietro. Ovviamente questo non deve giustificare un certo vago quanto pigro conservatorismo che va sicuramente combattuto. Ma anzi impegnarci in uno sforzo innovativo più profondo e importante. 
by enzomaiello