sabato 18 marzo 2017

Le driving questions





Per prepararci alla realizzazione del nostro PBL ci è stato insegnato il significato dell'espressione "driving questions" e , sempre su Dotstorm, abbiamo trasformato 2 domande di modo da renderle non googleable

1) Cosa significa mangiare sano?
"Distribuisci uniformemente ogni giorno frutta e verdura in almeno due dei tuoi tre pasti principali?"


1) La questione della lingua nel Medioevo
"Cosa s'intende per disputa in ambito letterario italiano dell'epoca storica intermedia tra l'antica e la moderna?"

Riflessioni a caldo sul PBL


Condividi quanto affermato dal prof. Zecchi nel video? Quali sono le tue perplessità riguardo al PBL? Credi che sarà possibile introdurre il PBL come pratica di insegnamento regolare nella tua scuola?
Ancora: Nei progetti che svolgiamo in classe davvero valorizziamo la collaborazione o piuttosto valutiamo in termini di conoscenze acquisite, dal momento che i nostri curricula pretendono verifiche rigide e sommative?
Clicca su "Add an idea" in alto a destra, poi aggiungi la tua riflessione. Dopo il tuo intervento, potrai votare i tre interventi con i quali sarai maggiormente d'accordo.


Tutti noi abbiamo espresso la nostra opinione utilizzando Dotstorming ..una sorta di lavagna virtuale in cui riportare le nostre idee. Ecco il mio intervento .





Il video del formatore prof. Zecchi è davvero interessante…in tutte le sue parti, anche quelle inerenti gli aspetti più generali quali ad esempio  la storia e l’uso delle tecnologie della scuola e la descrizione accurata dell’ambiente di apprendimento.
Senz’altro mi ha rincuorato  l’invito del professore a non “scoraggiarci”: come facciamo domani in classe ad implementare questa didattica innovativa che vede una scuola centrata sull’alunno?Quindi il suo invito è quello di procedere per gradi per modificare il sistema….che senz’altro è da migliorare.
L’innovazione proposta è quella del PBL … il cui aspetto che mi piace di più è la modalità in cui viene proposto ai ragazzi: non viene prima la “spiegazione” da parte del docente e poi il problema, visto come verifica, ma viceversa viene proposto un problema che stimoli l’alunno a “costruire” la conoscenza dei contenuti.
Concordo inoltre con il prof. Zecchi sul fatto che la motivazione degli insuccessi di molti progetti è che essi hanno come unico obiettivo il prodotto o servizio da offrire. Per contro il PBL non ha come esclusivo obiettivo il prodotto finale (che pur gratifica i ragazzi) ma lo sviluppo dell’apprendimento degli alunni in termini di conoscenze e competenze, intese anche come competenza di vita.
Credo che sarà possibile introdurre il PBL nella mia scuola, se non immediatamente , come pratica di insegnamento regolare , almeno come pratica da cominciare a sperimentare…seppur con le difficoltà “tecniche” legate alla realizzazione di un ambiente di apprendimento così come descritto nel video.
Sono molto curiosa all’idea di vedere cosa e come riusciremo a realizzare il nostro PBL come gruppo del corso “PROGETTARE INSIEME”.
Sandra

mercoledì 15 marzo 2017

Forma Mentis



Indubbiamente, considerate anche  la mia formazione e la mie esperienze , l’ intelligenza prevalente da me posseduta è quella logico – matematica .
Spesso mi hanno detto che ero razionale , con uno spiccato senso del dovere (inteso nella sua forma più generale) e spesso mi sono sentita dire “si vede che sei una professoressa di Matematica!!". Tuttavia non sempre mi sono riconosciuta in questo stereotipo di razionalità…o almeno non al 100% ….credo infatti che , se di intelligenze multiple si parla, sia fortemente presente in me anche quella intrapersonale e,  seppur in misura minore, quella interpersonale.
Ritengo infatti di essere dotata di una buona capacità di autoanalisi e di uno spiccato spirito di autocritica.....chissà....rientrerà anche tutto ciò nella razionalità di cui sopra?

Le intelligenze che invece sono presenti in misura minore sono senz'altro quella naturalistica, quella ritmico – musicale (anche se ho suonato il pianoforte per alcuni anni ….ma credo appunto che anche la musica la sentivo come un dovere più che un piacere!!) e quella corporeo-cinestetica.

domenica 5 marzo 2017

Con chi potrei lavorare?



Con quali soggetti esterni alla classe potresti svolgere il PBL che stai progettando? Come potresti avvicinarli? A chi potresti rivolgerti per ricevere dei contatti esterni alla scuola?


"Sono tante le Istituzioni con cui mi piacerebbe lavorare ma…

Alla luce di alcuni episodi di cronaca avvenuti di recente, mi piacerebbe che la scuola collaborasse con un progetto con la Polizia Postale.
La mia scelta è dovuta al fatto che i nostri alunni, i famosi “nativi digitali” ,  che tanto sono abili (più di noi!!) nell’uso di cellulari, smartphone, tablet e che tanto utilizzano i vari social network, non sono consapevoli dei rischi e della pericolosità dell’uso inappropriato di tali strumenti.
I ragazzi di oggi (anche quelli più grandi dei nostri alunni)  sottovalutano le implicazioni dell’uso scorretto di questi strumenti  e la loro capacità di amplificazione in rete ; sopravvalutano , invece, la propria capacità di gestirne e “contenerne” gli effetti e le conseguenze.
In quest’ottica un progetto di collaborazione con la Polizia Postale potrebbe fornire gli strumenti e le conoscenze necessarie per evitare fenomeni ad esempio di bullismo elettronico, sovraesposizione mediatica, violazione della privacy ,etc etc."








Cosa significa collaborare?






Ho scelto quest'immagine perché credo che renda molto bene l'idea a proposito di ciò che penso della collaborazione: credo che collaborando "bene" si possano raggiungere degli obiettivi che spesso sarebbe impossibile o quasi raggiungere da soli . Sandra

La scuola nell'era digitale

Che pensi a proposito della didattica digitale? Che rapporto hai tu con gli strumenti digitali? Pensi che avvicinino e favoriscano la collaborazione o che allentino i rapporti? Come pensi che dovrebbero essere usati gli strumenti digitali a scuola? Potrebbero essere di aiuto agli insegnanti nella fase della progettazione degli interventi? Potrebbero essere di supporto nell'insegnamento?


Ci siamo confrontati su questo tema utilizzando tricider , una sorta di lavagna virtulae in cui potevamo visualizzare le opinioni dei nostri colleghi e , di lato, scrivere cosa ne pensavamo a proposito, se eravano d'accordo o meno. 
Ecco il mio intevento su questo tema.

 


La didattica digitale: supporta ma non sostituisce
by Sandra
Ho un rapporto abbastanza sereno con gli strumenti digitali e sono una sostenitrice dei vantaggi dell’introduzione del registro elettronico (fatta eccezione dei famosi problemi tecnici!) e delle relative agevolazioni nella costruzione di programmazioni ed altro materiale riutilizzabile (verbali, attività assegnate, giudizi…) ma , pur essendo un professore relativamente “giovane” sono un po’ perplessa sull’utilizzo della didattica digitale a scuola, o meglio sono perplessa sulle sue modalità di utilizzo. Ritengo anche io che la scuola si debba adeguare all’utilizzo di nuove tecnologie, così come le altre istituzioni, e che il linguaggio digitale abbia una maggiore presa sugli alunni, essendo senz’altro più affine a tutto ciò che essi vivono al di fuori della scuola….Tuttavia ritengo che non basti un pc o una lim in classe per fare didattica digitale e che, mal utilizzati , questi strumenti possano creare un clima freddo e di ulteriore distacco tra gli alunni e il docente!! Conosco , indirettamente grazie a qualche amica o vicina di casa, professori di matematica che ormai non spiegano proprio più……che forniscono agli alunni link di video di spiegazioni e relative esercitazioni!!! - “Ora si che mi è tutto chiaro….mannaggia alla professoressa…lei e quell’inutile power point non mi hanno fatto capire nulla”!!! - Mi ha detto recentemente la figlia di una mia amica che si è rivolta a me perché non capiva un argomento e come si risolvessero i relativi esercizi!E questa frase, detta da una alunna di 17 anni, che non è scarsa in matematica, mi ha colpito…..E’ vero che non si può fare di tutt’erba un fascio ed è pure vero che la spiegazione fatta individualmente ad un alunno ha sicuramente una valenza maggiore. E’ pur vero che si potrebbero preparare dei materiali multimediali sulla falsa riga della propria modalità di esposizione degli argomenti (da mettere poi a disposizione degli alunni)…ma io credo che tutto ciò vada mediato con la presenza, la parola, lo sguardo e l’interpretazione delle espressioni degli alunni ….che sono fattori fondamentali che costituiscono la base rispetto alla quale la didattica digitale può fare senz’altro da sfondo e costituire un supporto. 
 Ecco i commenti al mio intervento..
Il tuo intervento, in sintonia col mio ma anche con quello di molti colleghi, è chiarissimo e da brava docente di matematica hai anche fornito un esempio concreto. 
by Giuliana
Ma perchè pensare alla didattica digitale come sostitutiva e non come integrativa rispetto alla didattica tradizionale? 
Mi fa piacere che a supportare tali argomenti sia una persona più giovane di me. Mai come in questo caso, l'età non conta. Conta la realtà delle cose. Del digitale non si può più fare a meno, ma i ragazzi non amano una didattica che per intero esuli dalla lezione tradizionale. Soprattutto, per le materie umanistiche, il "racconto" dell'esperienza letteraria li affascina e ne sconservano il ricordo proprio attraverso la memoria della voce del docente. 
by Bianca Trupiano
 
In effetti la nuova didattica non dovrebbe assolutamente rinunciare ad alcuni momenti di quella tradizionale che hanno una loro specifica insostituibilità. Anche negli USA dove la classe capovolta è stata introdotta da decenni in modo massiccio stanno ora facendo un passo indietro. Ovviamente questo non deve giustificare un certo vago quanto pigro conservatorismo che va sicuramente combattuto. Ma anzi impegnarci in uno sforzo innovativo più profondo e importante. 
by enzomaiello